domenica 25 ottobre 2009

a Paola



Ci voleva Paola per farmi riavvicinare al blog ormai quasi abbandonato.
E' che non sono ispirata, è un periodo di scarse energie e iniziative. Non è che mi piaccia così, anzi. Mi sto attrezzando a reagire.

Intanto ieri sera ho rivisto Paola e suo marito Domenico. Paola è mia compagna di scuola, di avventura, di serate speciali, di ginnastica in mansarda, di Thriller di Michael Jackson, di autori latini studiati stesi per terra, del freno a mano sul piazzale della stazione, dei giri in biciletta al mattino alle cinque, delle castagne a Santa Lucia, e non solo. Con Paola si sono fatte, dette e vissute cose importanti, di quelle che fanno parte di te e ti fanno essere la persona che sei.

Pare possa essere eletta a ricetta della serata la Lonza di maiale con le mele, liberamente tratta da Vero cucina di novembre.

per 8 persone

1kg di lonza di maiale
3 finocchi
3 mele
1,5 dl di vino bianco secco
1/2 litro di latte
4 rametti di timo
3 spicchi di aglio
semi di cumino
olio - sale - pepe.

Tagliare la lonza a striscioline, metterla in una ciotola con il timo, gli spicchi di aglio, qualche granello di pepe, coprire con il latte e lasciare riposare per 12 ore almeno.

Pulire i finocchi, tagliarli a spicchi e sbollentarli. Tagliare anche le mele, mettere finocchi e mele in una pirofila oliata, cospargere con il cumino leggermente pestato, salare e cuocere in forno già caldo a 200°C per 10 minuti.

Bagnare quindi con il vino e lasciare evaporare, poi aggiungere le striscioline di carne scolate e asciugate, condite con un filo d'olio, profumate con altro timo e proseguire la cottura in forno a 180°C per 15 minuti.

Un gusto originale per celebrare un'Amicizia.

martedì 16 giugno 2009

vita da camping


Situazione: a tavola, un assolato pranzo di inizio giugno, la bella giornata e la tranquillità del momento fanno pensare alle vacanze estive. "Ragazze, io non vedo l'ora di andare in campeggio da qualche parte... voi no?"
"Io NO! Perchè tu, mamma, quella volta che eravamo in tenda, e pioveva, e a me scappava la pipì, mi hai mandato in bagno sola, nuda, solo con la mantellina!!"
"IO?!?"
Si, io. Quel tipo di mamma sono proprio io!
Comunque non vedo l'ora di partire. E anche loro. Magari questa volta però un paio di mutande gliele metto.

mercoledì 10 giugno 2009

Auguri Marghe



La nostra Marghe ha 5 anni. Di già. Un "dunìn", come dice il nonno.
Per l'occasione ho sperimentato la manipolazione del marshmallows... caspita come ci siamo divertite! E' come giocare al didò solo che poi te lo mangi!

domenica 17 maggio 2009

Una cosina semplice semplice



Un impiattamento così va bene, ma se gli ospiti sono, per esempio, dodici?

martedì 21 aprile 2009

La Cuciniera Genovese - prima edizione: 1863



lunedì 20 aprile 2009

Lo Champagne delle Fate



Ci è piaciuto subito il nome: lo champagne delle fate. La ricetta è tratta dal libro La cucina di Robin Hood, una divertente guida alla raccolta di frutti, fiori ed erbe da cucinare insieme ai bambini: le preparazioni sono semplici e hanno tutte il fascino delle fiabe.
Così siamo tornati da una passeggiata con delle bellissime ombrelle di sambuco, che messe a fermentare al sole in uno sciroppo di acqua, zucchero e limone, imbottigliate e lasciate due settimane in cantina, danno un "vero" spumante! La bottiglia fa il botto, e questo vale già il lavoro, il "vino" è gasato al punto giusto, leggermente asprigno e aromatico.
In realtà ho scoperto che l'origine di questa preparazione è molto antica e tramandata dal sapere contadino come vino dei poveri, la ragione si intuisce. Ne ho trovato una variante anche su un vecchio libro di cucina ligure La cuciniera genovese: possiedo la tredicesima ristampa, datata 1947, dell'edizione originale che risale al 1863. La mia nonnina 95enne me l'ha affidato ieri, quasi come un testamento. Ma di questo ne parlerò poi.

L'utile e il bello


Nonna è all’epilogo della vita terrena. E’ un fiorellino avvizzito, un corpicino che si svuota, quasi si accartoccia.

Non è stata persona facile. A tratti si intuiscono ancora caparbietà e rudezza, che fino a poco tempo fa sconfinavano spesso in fastidiosa intransigenza. Ora, ogni giorno un po’ di più, gli spigoli si smussano, la malinconia si fa spazio, i pensieri volgono altrove.

Ammiro molto il modo in cui si rapporta alle cose di casa. Nella sua cucina spicca sul muro questo foglio scritto di suo pugno:


Non so che modello grammaticale segua questa frase, la curiosa e certo scorretta sintassi non è importante: il significato si intuisce e racchiude la sua filosofia di vita. Nonna Tina non ha solo cura degli oggetti, ne ha rispetto. Li usa con garbo, li ripone con ordine, ne rallenta l’usura con ingegnosi interventi di riparazione. Mantiene ogni cosa senza la minima trascuratezza, dagli utensili di cucina a quelli del cucito, ai piccoli ninnoli ricordi di vita, agli indumenti che ripara con precisione e competenza, agli ingranaggi degli ingegnosi motori messi a punto dal nonno: il torchio per la pasta, il frullatore. Nulla sfugge. Addirittura, ciò che andrebbe gettato, sia esso un tappo o un banale coperchietto, trova nella sua creatività una nuova e a volte sorprendente funzione. In certe occasioni mi è sembrata avarizia, oggi mi è chiaro che non lo è: è un approccio garbato che dà valore al tempo e all’impegno di chi quelle cose le ha costruite o ha impiegato risorse per acquistarle. Mantenerle non è solo parsimonia, è soprattutto rispetto.

Vorrei ricevere in eredità anche solo un poco di questa capacità, così diversa dal sentire odierno.

 

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